Un caso di umanità

Caro Presidente,

mio padre è un mastro artigiano, specializzato fornitore di servizi accurati per lo Stato ed altre nobili istituzioni. Per tradizione di famiglia, ha appreso quest’arte da suo padre che a sua volta la acquisì dal nonno e via fino al capostipite Giambattista, il cui inizio di attività risale addirittura al 1796.

Una recente legge emanata dal governo vieta l’esercizio del mestiere che mio padre ha professionalmente condotto per tutta la sua vita lavorativa. Mai nessun cliente ebbe a lamentarsi dei servigi offerti da quest’uomo integerrimo che ha sempre eseguito le sue opere al servizio pubblico con accuratezza e precisione, sempre nel rispetto delle normative vigenti in materia di igiene e profilassi.

Mio padre, signor Presidente, è buon marito e buon padre di sei figli, devoto allo Stato e timorato di Dio. La legge iniqua che ha voluto la sospensione della sua regolare attività ha gettato sul lastrico un’intera famiglia, anche perché, in questi tempi di disoccupazione, io e altri due fratelli avremmo seguito le orme del babbo. L’unica soluzione per fuggire ai morsi dell’indigenza è per noialtri l’espatrio verso paesi lontani che sappiano riconoscere le competenze e la serietà di mio papà. Ma io non credo sia giusto che un servitore fedele delle istituzioni debba subire questa sorte beffarda per colpa di una stupida legge che nega la libera professione a un pluridecorato professionista; una legge che contravviene le più banali regole civili di buona giustizia – tanto che l’esecuzione del mestiere di mio padre viene tutt’ora riconosciuta e praticata nel Paese più civile e democratico dei nostri tempi.

Spero, signor Presidente, di averle toccato il cuore e, in nome di mia madre e dei miei cinque fratelli, le chiedo un atto di umanità nel voler reintegrare nel nostro Paese il ruolo di mio padre. La prego.

In questo momento di frustrazione e di tristezza, Le porgo i miei più cordiali saluti.

 

                                                                                                         In fede

                                                                                          Giampiero “Titta” Bugatti

                                                                                                  Il figlio del boia

 

 

21/2/2007