Umiltà di spostamento

l'elzeviro

PERCHÉ?

Era necessario tirare un altro periodico? La risposta è disarmante e ovvia: no. Nulla è necessario al di fuori delle due sfere biologiche che vanno sotto il nome di economica e sessuale. Oltre a procacciarsi cibo e garantirsi un riparo e a riprodursi per riprodurre la specie, il resto è superfluo. Se ce se ne sbatte della prosecuzione della specie cade anche il lato sessuale necessario. Se non interessa la propria permanenza in vita, anche l’aspetto economico scompare dalle necessità. Ecco che tutto diventa superfluo.
È difficile ridere e far ridere dentro una realtà che affonda nell’ ingiustizia, nella guerra continua, nel potere diffuso del denaro senza futuro. A voler proporre la risata o il sorriso come antidoti alla crudezza della realtà reale si peccherebbe di dissennato ottimismo o di velleitaria presunzione. Sempre meglio di niente.
La risata, la comicità, l’umorismo, la satira, sono elementi rivoluzionari o si candidano a paladini della reazione? Ne hanno scritto e detto in molti (non moltissimi però) e le opinioni sono contrastanti.

Democrito rideva di tutto, si sganasciava al porto di Abdera innanzi alla foga di consumo dei suoi concittadini (che lo presero per pazzo); se si può ridere di tutto, si può ridere anche di dio, così le chiese rivelate hanno a lungo osteggiato la comicità in ogni sua forma; una risata vi seppellirà, urlava lo slogan anarchico; la risata può essere esclusiva, esclude dal gruppo il beffeggiato; la risata può essere inclusiva, accetta nel gruppo, con il sorriso sulle labbra, un nuovo componente; a forza di ridere di tutto non si ride più di niente. Ridere, irridere, deridere, la faccenda si fa seria.
Tra il serio e il faceto è la postilla della testata di questo foglio superfluo, che tenterà di combinare, in un coacervo inconcludente, due aspetti così diversi ma forse neanche tanto distanti tra loro. Immersi in un sano (o ragionevole) scetticismo, tenteremo di muoverci nei meandri paludosi di questo nostro complesso mondo. Senza prendersi sul serio, dico sul serio...

MERODE ANTIPA

dal n. 00 di QG del 12/2004

Dettagli: Pubblicato Martedì, 30 Aprile 2013 18:54

Umiltà di spostamento

(Il piacere di farsi prendere per il culo)

"Sì, vabbè, però..."

di Settimio Teorico

La via più breve per giungere in automobile dalla Città del Vaticano a Castel Gandolfo è di 27 km. In linea d’aria i chilometri sono 23,5. Con un veicolo a benzina il costo della tradotta è di circa 5,56 euro. Con un'auto elettrica stiamo intorno a 0,57 euro. Spostandosi coi mezzi pubblici si spenderebbero più o meno 4 euro.

Se, poniamo, un tizio tipo Francesco d’Assisi, il Poverello, dovesse spostarsi in questa tratta sceglierebbe di andarci a piedi o magari, modernizzandosi, in bicicletta. Costo: 0 (zero) euri.

La gentrificazione del Poverello di Assisi, ristrutturazione eseguita sotto lo pseudonimo di Papafrancesco, già alteronimato dal volgo e dalla stampa quale “Papa Umile”, per spostarsi da dove l’hanno investito e visitare l’Emerito abdicante che gli ha lasciato il posto (lasciandogli in gestione un patrimonio immobiliare stimato per difetto intorno ai 600 miliardi di euro), ha scelto un altro mezzo per recarsi umilmente a ringraziarlo.

Divagando: può ritenersi umile un essere umano che per due volte si candida ad essere eletto al grado di “Dio in terra”? (Sembra che il cardinal Bergoglio sia stato il primo dei non eletti nel conclave che consacrò, su consiglio impalpabile dello Spiritosanto, il cardinale Giuseppe Razzingher al ruolo di infallibile pontefice massimo).

Pare che il Vh-139A sia la versione Vip dell’Aw-139, costruito dall’Agusta-Westland. Trattasi di elicottero. Il consumo di carburante per un aggeggetto di tal fatta si aggira tra i 200 e i 300 litri orari. È un diesel. A 1,589 euro per litro (tanto mi costa la nafta oggi per il mio mezzo di trasporto), per quel velivolo ogni ora si spendono tra i 317 e i 476 euro. Il Papaumile, tra i suoi primi gesti, si è giusto recato a rendere grazie al suo tramandatore ponendo le umili chiappe sulla poltroncina Vip di un Vh-139A del 31° Stormo dell’Aeronautica militare italiana. Il prezzo d’acquisto del niveo veicolo volante sta intorno (in documenti segretati dello Stato italiano) ai 25.000.000 (venticinque milioni) di euro (13 miliardi delle vecchie lire), l’equivalente di 833.333 (ottocentotrentatremila e trecentotrentatre) sandali di buona fattura.

Com’è che dicono i cattolici quando gli fai presente crimini, falsità e bassezze ricorrenti nella storia della Kiesa Kristiana Kattolica?

"Sì, vabbè, però..."...